Il Caso

Nel suo Teorema della scimmia instancabile, Émile Borel sostiene che se diamo a una scimmia una macchina da scrivere e un tempo sufficientemente lungo, schiacciando casualmente i tasti, la scimmia riuscirà prima o poi a scrivere tutta l’opera omnia di Shakespeare, ammesso che non decida di prendere la macchina e lanciarla via!
Caso, destino, fato, alea, probabilità, azzardo, rischio, quante pagine e quanti saggi si potrebbero scrivere su questo argomento che assilla da sempre l’umano istinto di essere “artefice della propria sorte”. Persino Galileo Galilei, teorizzatore del metodo scientifico, su richiesta del Granduca di Toscana scrive nel 1596 un saggio intitolato Considerazione sopra il giuoco dei dadi, nel quale calcola la probabilità che la somma delle facce di 3 dadi sia uguale a un certo numero x.
Non c’è da stupirsi che probabilità e gioco d’azzardo vadano da sempre a braccetto. L’ebrezza assoluta di una vittoria e il contrapposto panico di una perdita, nonché l’eccitante suspance dell’attesa, hanno fatto in modo che nel corso degli anni si sviluppassero numerose teorie e teoremi a riguardo. Già il filosofo ateniese Carneade di Cirene, nel II sec a.C., formula una prima dottrina probabilistica a partire da una critica ai fondamenti della filosofia arrivando a sostituire la certezza con la probabilità unico obiettivo possibile della ricerca.
Ritornando ai dadi, in una puntata della famosa serie tv The Big Ben Theory intitolata The Wiggly Finger Catalyst o La catalizzazione del benessere il fisico teorico Sheldon Cooper pensa di prendere tutte le decisioni marginali tramite un lancio di dadi. Come possiamo immaginare il risultato di tali scelte produrrà azzardi squisitamente comici.

Il divertimento è connaturato alla casualità, che risulta affascinante indipendentemente dagli effetti che comporta. Non sapere cosa potrebbe accadere ci pone sempre in una posizione di stupore, di attesa, sospesi tra ciò che conosciamo e ciò che tentiamo di prevedere ma non potremmo mai conoscere con certezza fino all’atto del suo verificarsi. Momenti d’imprevedibilità e incontrollabilità, presi nella loro dimensione “ludica”, sono sapientemente inseriti all’interno di diverse produzioni del CollettivO CineticO. Pensiamo allo spettacolo Amleto nel quale quattro concorrenti si presentano sul palco senza aver fatto alcuna prova e sono chiamati a improvvisare in diretta. «Un concorrente potrebbe decidere di togliersi il sacchetto di carta dalla testa e andarsene. Non gli è stato detto che è costretto a rimanere» ci racconta Francesca Pennini «Nessuno l’ha ancora fatto ma potrebbe succedere». Oppure a |x| No, non distruggeremo il Teatro della Soffitta performance che consiste nell’uso da parte del pubblico di una consolle i cui comandi guidano i movimenti di tre performer bendati e dotati di mazza da baseball. Inserimento del caso come apertura al rischio. Un azzardo che va ben oltre l’improvvisazione, perché affidato a terzi, sconosciuti dei quali in linea di massima è impossibile prevedere, nel bene e nel male, qualunque tipo di reazione. Francesca ci svela che è capitato ai performer di essere messi in situazioni abbastanza pericolose durante alcune repliche di |x|, in particolare ci parla di una balaustra sulla quale erano stati guidati a salire da un gruppo di spettatori particolarmente sadici. Il loro scopo, una volta capito come farli muovere, era diventato farli cadere. Fortunatamente la situazione si è risolta autonomamente all’interno del gioco con altri spettatori a fermare le intenzioni diaboliche dei primi.

Marta Vettorello

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